mercoledì 1 giugno 2016

No taxation without representation

Nessuna tassazione senza rappresentanza, era lo slogan dei rivoltosi americani che nel 1773 si rifiutarono di pagare le tasse imposte da Londra, se prima non avessero ottenuto di mandare dei propri rappresentanti al parlamento inglese.
Quella rivolta diede inizio alla rivoluzione americana che portò all' indipendenza delle colonie dalla Corona britannica.
Anche in Italia vi sono milioni di persone che pur pagando le tasse, non hanno propri rappresentanti nelle istituzioni. Mi riferisco a quei cittadini extracomunitari i quali, essendo in regola, pagano fior di tasse e imposte. Sarebbe più che giusto quindi se a coloro i quali sono residenti da almeno 5 anni, si concedesse il diritto di votare alle amministrative. Non alle politiche perchè non sono cittadini italiani, ma alle amministrative, alle elezioni per il sindaco o presidente di regione. Tra l' altro lo prevede la Convenzione di Strasburgo ratificata dall' Italia nel 1992, ma da allora sempre disattesa. Che aspetti, Matteo?

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Con le pseudoprimarie di Milano vi siete già portati avanti...dalla Cina con fulole...

Saluti
Sukamel Usel

Anonimo ha detto...

E certo Guelfi, il voto agli stranieri è una priorità, non gli 8 milioni di Italiani sotto la soglia di povertà.
Molto meglio pensare a come allargare il bacino elettorale della sinistra giusto ?
E visto che grazie a povertà, divorzio e aborto di Italiani non ne nascono, meglio investire negli affidabili musulmani.

Se no poi tocca fare brogli per vincere come in Austria.

usel de camel ha detto...

Povero pezzo di merda, per di più anonimo, oggi si festeggia la Repubblica Italiana.
Ovvero la definitiva sepoltura del merdosissimo fascismo.

Minchia ma anche Donald Trump quando ha saputo che una nullità porta sfiga come salvini (cognome campano), vedi l'Austria e la Lepen (o lecazz) rinnega di averlo mai visto e continua a tastarsi gli ammeniccoli ad ogni volta che lo si nomina.

Mi raccomando, fallito del cazzo, non citarmi più L'istat che sei subito sputtanato e continua, con i tuoi OTTO (ma non erano cinque) milioni di italiani sotto la soglia della povertà tutti a farti compagnia per dividere le cipolle marce sottratte impunemente all'AMSA.

Suka, pederasta fallito, sukamelo ben bene sulla punta finché c'hai la bocca unta.

... e poi vai in via Paolo Sarpi a farti inculare da qualche cinese. Così almeno godi un po' della tua futile ed incredibilmente inutile vita.

fasciodimmmmerda !!!

Anonimo ha detto...

informati usel i poveri sono aumentati.

Come diceva quel tale, alla sinistra piacciono talmente i poveri che quando governa ne aumenta il numero.
Veleggiamo cosi' verso i 10 milioni e presto sarà record.

Anonimo ha detto...

Quelli che ..... devono restituire gli 80 euro, ...... in una sola volta.

Quelli che ..... se lavori 1 ora la settimana sei occupato e quindi la disoccupazione cala.

usel de camel ha detto...

Continua con i tuoi deliri fruttati da una dichiarata impotenza intellettuale, coglione.
Sono anni che aspetto che si avveri la tua previsione di una Merkel che stampava moneta sovrana.
Come tutte le altre cazzate che scrivi. Tu te le pensi ed immagini che si avverino. Come tirarsi una sega pensando alla Belèn.

usel de camel ha detto...

Gli 80 euro sono una restituzione di imposte riservata ai soli lavoratori dipendenti, quindi chi non paga imposte non ne ha diritto, come succede per le detrazioni fiscali (per figli a carico o spese sanitarie) che, da sempre, vengono riconosciute solo a chi versa le imposte e non agli incapienti. Prassi consolidata in italia e tutto già scritto nel provvedimento, ma solo ora, a ridosso delle elezioni, salta fuori la polemica.
Se gli 80 euro fossero stati una misura di natura assistenziale (in favore degli incapienti per esempio), anziché una restituzione di imposte, come tutti i provvedimenti di questa natura (assegni al nucleo familiare o social card per esempio), si sarebbe dovuto far riferimento, per averne diritto, non al reddito del singolo lavoratore, ma a quello dell'intero nucleo familiare.
Comunque con un reddito di 8.000 annui si è automaticamente esentasse.


Anonimo ha detto...

nelsonb

Premesso che non sono un fiscalista però mi sembra che gli "incapienti" che devono restituire gli 80 euro hanno diritto a loro volta ad avere la restituzione da parte dello Stato dell'IRPEF trattenuta in busta paga dal loro datore di lavoro nel corso dell'anno 2015. Se non hanno superato 8000 euro devono chiedere la restituzione delle imposte versate perchè non più dovute. Dovrebbero andare a credito col Fisco, non essere a debito.

Anonimo ha detto...

usel de camel ha detto...
Gli 80 euro sono una restituzione di imposte riservata ai soli lavoratori dipendenti

Restituzione di imposte un cazzo.

„Il bonus di 80 euro in busta paga è oggi, a tutti gli effetti, una "prestazione sociale": pertanto è un costo che grava sulla spesa pubblica per ben 10 miliardi di euro. In caso di trasformazione in "detrazione" il peso fiscale calerebbe in maniera sensibile: dal 43,1% attuale al 42,6% nel prossimo anno.“


http://www.today.it/economia/bonus-80-euro-detrazione-cosa-cambia.html

Anonimo ha detto...

A Usel è già stato ampiamente spiegato che gli 80 euro sono spesa pubblica e che, come per tutte le voci di spesa pubblica, prima o poi una copertura va trovata.

Ma come dicono in Sicilia: "Quannu u sceccu un voli vìviri è nutule friscarici"

E come dicono a Napoli: "Aje voglia 'e mettere rumma, 'nu strunzo (gli 80 euro) nun addiventa maje babbà"

Anonimo ha detto...

Guelfi,

anche il FMI ha ammesso il fallimento del nel liberalismo.
Come per il comunismo aspettiamo ansiosi che anche la sinistra si accorga che il neo liberalismo è una cagata pazzesca.

http://www.counterpunch.org/2016/06/01/after-empowering-the-1-and-impoverishing-millions-imf-admits-neoliberalism-a-failure/

Anonimo ha detto...

“Togliere gli 80 euro ai redditi minimi è una perversione. Il governo trovi una soluzione”. Ai microfoni di Radio Popolare il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano punta il dito contro la decisione di revocare il bonus a 341mila gli italiani il cui reddito è finito sotto i 7.500 euro e che ora sono chiamati a ridare la somma allo Stato. Occorre “agire con buon senso – ha detto Damiano – lo scopo della politica è aiutare le persone, non di accanirsi nei confronti dei più deboli“.

“Purtroppo – ha continuato l’ex ministro – nella politica hanno prevalso ragionamenti ragionieristici, freddi, numerici”. Inoltre, aggiunge Damiano, “se il governo ipotizza una misura a sostegno dei redditi medio bassi deve anche prevedere che nel caso di scivolamento in basso, sotto la soglia prevista, non si può togliere il beneficio, soprattutto a quelli che hanno la sfortuna di finire tra gli incapienti, dopo aver avuto una diminuzione del reddito”. Serve quindi una soluzione, conclude Damiano, “soprattutto nel momento in cui il presidente del Consiglio pensa di estendere gli 80 euro anche ai pensionati”.

Damiano è uno dei pochi del PD che ancora ragiona.

usel de camel ha detto...

Vado a fare lo sciampo all'asino.
Inutile parlare con una testa di cazzo che si ostina a chiamare bonus e non restituzione d'imposta, non c'è niente da fare.
Dimostrazione che tu non hai mai né visto e né letto una busta paga in vita tua.

Anonimo ha detto...

E tu non hai mai letto 1984 di Orwell.

Si chiama spesa pubblica.

Ti riposto Seminerio: "Eccola qui, l’antica disputa teologica. Assai tipica di un paese affetto da incurabile analfabetismo numerico e contabile. Ripetiamolo per l’ennesima volta: il punto non è che una voce di bilancio sia appostata tra le maggiori spese anziché tra le minori entrate. Il risultato finale resta uno ed uno solo: maggiore deficit. Che, come tale, andrà finanziato."

Capito Usel ? Tu sei un analfabeta numerico e contabile.

usel de camel ha detto...

Lascia perdere Seminerio, ignorante strutturale, e leggiti un po' uno stralcio della Gazzetta Ufficiale qui sotto.


Art. 1

Riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e assimilati

1. In attesa dell'intervento normativo strutturale da attuare con la legge di stabilita' per l'anno 2015, ((nel quale saranno prioritariamente previsti interventi di natura fiscale che privilegino, con misure appropriate, il carico di famiglia e, in particolare, le famiglie monoreddito con almeno due o piu' figli a carico,)) e mediante l'utilizzo della dotazione del fondo di cui all'articolo 50, comma 6, al fine di ridurre nell'immediato la pressione fiscale e contributiva sul lavoro e nella prospettiva di una complessiva revisione del prelievo finalizzata alla riduzione strutturale del cuneo fiscale, finanziata con una riduzione e riqualificazione strutturale e selettiva della spesa pubblica, all'articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo il comma 1 e' inserito il seguente: «1-bis. Qualora l'imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi del comma 1, e' riconosciuto un credito, che non concorre alla formazione del reddito, di importo pari: 1) a 640 euro, se il reddito complessivo non e' superiore a 24.000 euro; 2) a 640 euro, se il reddito complessivo e' superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro. Il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 2.000 euro.».


Si iniziò a chiamarlo "cosiddetto" bonus o bonus fiscale, per semplificare il linguaggio per i sempliciotti come te.
Anche la tassa di proprietà di apparecchi atti a ricevere trasmissioni televisive sono dette in gergo popolare "abbonamento RAI; come il bollo auto, sua antica denominazione ma che ora si chiama tassa di proprietà.
Mentre facevo lo sciampo all'asino gli ho raccontato la storia del bonus che non è un bonus ... beh, lui l'ha capita. Tu no.

Anonimo ha detto...

Chiamalo come vuoi, se riduci un'entrata è come avere una voce di spesa in piu'.

O se vuoi è come aumentare gli stipendi dei pubblici dipendenti è chiamarlo riduzione degli intrioiti.
O prendere uno a cazzoti e chiamarlo riduzione del suo benessere.

Seminerio fa giustamente osservare come, a seconda della convenienza si usi l'una o l'altra denominazione a seconda del lato da cui conviene di piu'.

Quindi siccome parliamo di voci di spesa, dove sta la copertura ? Quale tassa o balzello avete introdotto ?

Anonimo ha detto...


Quindi siccome parliamo di voci di spesa, dove sta la copertura ? Quale tassa o balzello avete introdotto ?

Tasse comunali aumentate del 300%.