giovedì 8 dicembre 2016

Un bel rebus per Mattarella

Secondo tutti i commentatori politici, tre sono le opzioni di cui dispone Mattarella: il reincarico a Renzi, quella di un governo del solo PD guidato da un altro PdC e quella di un governo istituzionale con tutti i partiti dentro.
Scartata la prima perché Renzi non accetterà mai, rimangono le altre due. Ma le opposizioni chiedono un governo retto dal solo PD e rifiutano di entrare a far parte di un governissimo. Sopratutto perché un simile esecutivo dovrebbe passare prima dalle camere onde ottenere la fiducia. Avuta quella, sarebbe poi molto difficile mandarlo a casa prima del 2018.

Resta il governo monocolore con un altro PdC
Ma quest' opzione non piace a Renzi, anche se è la sola che potrebbe condurci al più presto a nuove elezioni. Non gli piace perché sa bene che nei 3-4 mesi occorrenti, le opposizioni e la stampa loro amica metterebbero sulla graticola il governo accusandolo di tergiversare, di inventarsi trucchetti e sotterfugi per rimandare la data delle elezioni. Il tutto allo scopo di far arrivare il PD al giorno delle elezioni, gravato dalle accuse più fantasiose e inverosimili, pronto per essere fatto a pezzi dall' elettorato.
E sapendo di quale pasta sono fatte le opposizioni e i gazzettieri che le sostengono, non mi sento di dargli torto.
E' un bel rebus per Mattarella. Speriamo riesca a scioglierlo con l' usuale saggezza.




6 commenti:

Anonimo ha detto...

Stampa amica, gazzettieri ...le stampa in fatto di redclame vale il 10% mentre le tivù e radio il restante 90%...quindi le opposizioni e i gazzattieri forti dell'iperbolico 5% della propaganda(niente tivù e radio e solo un qualche giornale)dovrebbero "fare a pezzi l'elettorato..." mah, caro Gianni,la vedo difficile

Anonimo ha detto...

Lettera agli elettori del PD

Abbiamo provato a comunicare con voi di persona, sulle vostre pagine Facebook, sui vostri siti, sui vostri mezzi d’informazione. Abbiamo tentato di farvi capire cosa era realmente la riforma criminale e devastante che vi accingevate ad approvare con irresponsabile leggerezza, dettata da JP Morgan per levarci ogni residuo di sovranità popolare. ... Da voi solo risposte sarcastiche, arroganti, a volte pesanti insulti. Tranne qualche sparuta eccezione, tutti compatti al seguito del Pifferaio Tragico. Tutti convinti di essere superiori, di sapere tutto solo perché vi informate su Repubblica, l’Unità, RAI3 ...
E questo ha portato il vostro partito, e tutta la sinistra, a una sconfitta epocale senza appello, pari alla sfrontatezza del vostro goffo segretario.

Ora abbiamo solo una cosa da dirvi: STUDIATE. E lasciate perdere l’idea di Europa, feticcio allo sbando che disperatamente difendete, visto che alle idee progressiste avete rinunciato da tempo. Riappropriatevi, se ci riuscite, di voi stessi. E forse ritroverete la strada perduta.

Anonimo ha detto...

E sapendo di quale pasta sono fatte le opposizioni e i gazzettieri che le sostengono

Scusa Gianni ma è una barzelletta?

Anonimo ha detto...

La campagna per il Sì al referendum costituzionale ha visto diversi esponenti del Partito democratico impegnati in prima linea a difendere la legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso (Legge 20 maggio 2016, n. 76) come una delle cose buone fatte dal governo Renzi e perciò meritevole di tutta la nostra gratitudine, da esprimersi ovviamente nel segreto dell’urna.
Anche volendo tralasciare l’ipocrisia di chi vorrebbe far passare come un grande regalo ciò che invece è un atto dovuto (già, perché vale sempre la pena di ricordare che, se non fosse stato per la Corte europea dei diritti umani, saremmo ancora a discutere nelle varie commissioni se all’unione civile trentennale si applicano o meno le norme sulla responsabilità degli amministratori nelle società in accomandita semplice), c’è un aspetto che pochi siti d’informazione hanno messo in luce e che invece merita attenzione.
La legge prevede infatti l’emanazione di uno o più decreti attuativi da parte del governo, da effettuarsi entro sei mesi dall’entrata in vigore della stessa.
Poiché la legge è entrata in vigore il 5 giugno 2016, tale termine risulta scaduto il 5 dicembre scorso.

Che novità, un governo che "dimentica" i decreti attuativi. Troppo impegnati a pompare il sì al referendum,hanno trascurato il loro dovere (per cui sono faraonicamente pagati, tra l'altro). E la confusione sulle leggi civili è solo uno degli effetti di questa loro "trascuratezza"

Anonimo ha detto...

Alla Cassa Depositi e Prestiti tutti i nodi stanno per venire al pettine.
E, dopo più di mille giorni di governo Renzi, toccherà al suo successore fare un bilancio anche se già è chiaro che non tutti i conti tornano, mentre i dossier potenzialmente più roventi per le casse pubbliche che hanno chiamato in causa anche la cassaforte del risparmio postale degli italiani, non senza tensioni, sono ancora tutti sul tavolo.
Anzi, i casi più acuti rischiano di deflagrare da un momento all’altro.
La drammatica situazione del Monte dei Paschi di Siena parla da sé.
Più sottotraccia la delicata partita dell’Alitalia per la quale si torna a parlare dell’ennesimo salvataggio pubblico.
Non prima dell’ormai consueto taglio ai posti di lavoro.
Per non parlare della lentezza con cui procedono i piani di sviluppo della banda ultralarga che Cdp avrebbe dovuto sostenere attraverso la controllata Metroweb, confluita in Enel Open Fiber e finita sotto il cappello dell’Enel di Francesco Starace.



A proposito di C.D.P., è utile sapere che Renzi ha fatto il diavolo a quattro per nominare a giugno 2015 Costamagna, ex dirigente della Goldman Sachs, presidente della Cassa Depositi e Prestiti al posto di Bassanini.
Il PD si rivela una vera sciagura per l'Italia.
Dopo aver schiantato il governo, preparato le forche caudine per i lavoratori con il malefico "jobsact", demolito ciò che restava della fiducia nelle banche, atterrato MPS, persa la Fiat (con l'inchino al prode marchionne) ecco arrivare la patata arroventata della Cassa Depositi e Prestiti.
Ma si sapeva che il referendum non ci avrebbe liberato di questa gente.
Purtroppo.

Anonimo ha detto...

Mattarella e il PD daranno al MES le chiavi dello Stato.

“IL VOSTRO PROGETTO È RENDERE IRREVERSIBILE LA PERDITA DELLA SOVRANITÀ: PER QUESTO VI APPOGGIANO I POTENTATI FINANZIARI”. Così Nino Galloni apostrofa, in questo video, Luigi Marattin, consigliere economico della presidenza del Consiglio Matteo Renzi.
Dopo il NO, un governo ancor meno responsabile verso gli elettori , teleguidato da Mattarella e Draghi, sta accelerando l’asservimento irreversibile.
Può finalmente salvare a spese nostre (del contribuente) il MontePaschi, la banca comunista, senza che azionisti (comunisti) e depositanti (comunisti) paghino il prezzo delle loro malversazioni, incapacità e truffe. Si salva il PD, a spese dell’Italia. Attenzione: Draghi ha tenuto bordone. Contrariamente alle apparenze, rifiutando alla banca senese una ulteriore proroga per cercare investitori esteri, ha tolto alla banca comunista e al partito comunista le castagne dal fuoco: gli investitori esteri, dopo il NO e la caduta di Renzi, si sono volatilizzati. Quindi, ha offerto al PD la scusa perfetta: bisogna far presto, ‘salvare” la banca per scongiurare la crisi sistemica blabla bla. Come? Con denaro pubblico. Ma la UE non lo vietava? Non esigeva il bail-in?, ossia che a ripianare i buchi delle banche dovessero essere gli azionisti, i detentori di obbligazioni subordinate, i depositanti? Sì, ma sono tutti comunisti, sono il loro elettorato, non è il caso di tosarli.
E la UE è ben disposta a fare un’eccezione, per una volta. Perché il governo irresponsabile chiederà l’aiuto del MES, l’orwelliano Meccanismo Europeo di Stabilità. Al MES il no-governo teleguidato chiederà, diciamo, 15 miliardi – in prestito. Con ciò accettando le condizioni del MES, in pratica l’amministrazione fallimentare sovrannazionale. A governare l’Italia sarà il MES coi suoi funzionari, finché non restituiremo i miliardi che ci ha prestato.