martedì 29 novembre 2016

Raggi "c' è una deriva autoritaria in atto"

LA MERAVIGLIOSA SINDACA RAGGI, che tante soddisfazioni dà al suo Capo, come ha confessato lui stesso, ha ieri denunciato l' esistenza di una deriva autoritaria "in atto".
Se la deriva è "in atto", ancor prima di una improbabile ma sempre possibile vittoria del SI, mi son detto che sicuramente Virgy non stava parlando dell' Italia.

E allora mi è venuta in mente l' Inghilterra.
Perché?
1) Perché gli inglesi non hanno una costituzione.
2) Non hanno un CSM.
3) Non hanno l' istituto del referendum abrogativo.
4) La Regina è figura poco più che simbolica, non ha certo i poteri dei nostri PdR.
5) I seggi alla camera dei Lords, il loro senato, sono assegnati una metà per via ereditaria, l' altra metà è fatta di nominati.
6) Il sistema elettorale maggioritario, non prevede una soglia minima per accedere al premio di maggioranza. Cameron vinse le elezioni con un mero 37% dei voti.
7) Il premier inglese ha i poteri di scegliere e licenziare i ministri e quello di nominare i vertici amministrativi dei Ministeri e delle Forze Armate.
8) Infine, e se non bastasse, il Premier inglese ricopre anche la carica di Primo lord del Tesoro. Carica che gli dà il diritto di stabilire i compensi dei ministri di Stato.

Si, dopo aver riflettuto sono giunto alla conclusione che la Raggi aveva in mente l' Inghilterra quando ha parlato di deriva autoritaria. Perché anche in caso di una vittoria del SI, il nostro Pres. del Consiglio non avrà mai i poteri di quello britannico e la metà dei seggi del nostro senato non sarà assegnata per via ereditaria. E noi una costituzione, un Csm e il referendum abrogativo li abbiamo e li avremo anche se vince il SI.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei mai stato un Inghilterra? Penso proprio di no! Good bye

Anonimo ha detto...

In UK i referendum non vengono traditi dalla classe politica, cosa che avviene puntualmente in Italia.

Responsabilità civile dei magistrati, finanziamento ai partiti, remember ?

Anonimo ha detto...

Il Pd affida la spedizione di milioni di volantini per il referendum costituzionale all’azienda Nexive, guidata da Luca Palermo, già primo cliente della Chil Post, l’azienda (poi fallita) del papà del premier.

Ma guarda che combinazione.

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/economia/2016/11/30/news/banca_etruria_tutti_assolti-153151194/?ref=HREA-1

'ntuculu

Anonimo ha detto...

LA RIFORMA COSTITUZIONALE? SERVE SOLO AD ASSERVIRCI AI VINCOLI DI BILANCIO EUROPEI

Anonimo ha detto...

Anonimo Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/economia/2016/11/30/news/banca_etruria_tutti_assolti-153151194/?ref=HREA-1

'ntuculu

30 novembre 2016 16:03

Vallo a dire ai correntisti.

Anonimo ha detto...

Ai correntisti non succede nella. Caso mai agli azionisti.