mercoledì 30 marzo 2016

Ma i no-triv hanno già vinto

Pensiamo un attimo a che punto saremmo se le elezioni del 2013 le avessero vinte i 5 Stelle. Dopo 3 anni di governo, sicuramente ci avrebbero già fatto uscire dall' euro. Il referendum sulle trivellazioni non si terrebbe, poiché ci avrebbero pensato loro a non rinnovare le concessioni alla "lobby dei pretrolieri". Con il bel risultato che quell' 8-10% del fabbisogno nazionale che ci garantiscono le trivellazioni in Adriatico, lo dovremmo reperire dall' estero. Dopo esserci svenati acquistando i dollari occorrenti con carriolate di lire supersvalutate.

Dice: ma ci sono le fonti rinnovabili. Vero, ma il petrolio non è in concorrenza con le energie alternative. A noi il petrolio serve in massima parte per i trasporti e non è stata ancora inventata alcuna alternativa seria alla benzina o al gpl.
Tuttavia anche dovessero perdere il referendum, in realtà i no-triv hanno già vinto. Hanno già vinto perché alcune compagnie petrolifere straniere hanno rinunciato ad investire da noi, non appena avuto sentore che stavamo organizzando un referendum. Cosi i loro 10-12 mld. di euro li andranno ad investire in qualche altro Paese.

Infine non mi piace l' invito di Renzi ad astenersi. Cosi come trovo ipocrite le proteste della minoranza contro di lui, quando anche i DS nel 2003 invitarono all' astensione.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Sei un coglione Guelfi, i 5 stelle non sono piu' contro l'euro ecco perchè imploderanno.

Questo leggetelo perchè è monumentale.

http://www.maurizioblondet.it/diagnosi-della-erasmus-generation-lultima-privatizzazione/

"Il tema del libro è il documentato resoconto di come “i dirigenti della sinistra si siano riciclati impunemente nella sequenza Pci-Pds-Ds-Pd fino a diventare i più zelanti esecutori delle politiche liberiste, e i più convinti piazzisti dell’Europa delle banche, dell’euro, del pareggio di bilancio e dell’austerità” (ricordate Bersani reggicoda di Monti?) e come la gerarchia (ex)comunista sia stata capace di “legittimarsi agli occhi” dei poteri globali quale “ affidabile gestore dei processi di ‘modernizzazione’ tardo-capitalistica”, riciclandosi – come già ha notato Costanzo Preve, in “personale politico di gestione dell’attuale americanizzazione culturale”."