martedì 9 agosto 2016

Una soluzione al trasferimento degli insegnanti al nord c' è: trasferire gli studenti al sud

Capisco lo sgomento, e anche la rabbia, delle migliaia di insegnanti precari i quali, dopo che la loro domanda per essere stabilizzati è stata accettata, si sono visti assegnare, loro in gran parte meridionali, cattedre al nord, a migliaia di km da casa.
Purtroppo non si poteva fare diversamente. La maggioranza degli studenti è al nord e mica si potevano trasferire loro al sud e nemmeno si potevano formare classi di 100 studenti con un insegnante al nord e classi con 20 studenti e 5 insegnanti al sud. L' unico modo per rimanere vicino casa, era quello di non candidarsi ad essere assunto/a tempo indeterminato. Certo, cosi sarebbero rimasti precari a vita, ma non si può avere tutto. Protestare ora è inutile.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dopo Giannini, Berlinguer, Lillo e Greg (ancora in bilico) e Francesca Fornario, salta anche “Scala Mercalli”. Non è per lo share, non è per i costi: “Per sei puntate a stagione mi davano 57mila euro lordi, non certo le cifre che girano in Rai. Non ci hanno perdonato le puntate su trivelle, energia, cemento e grandi opere che documentavano con rigore scientifico verità diverse da quelle dell’esecutivo. Tollerano giusto i reggi microfono”
Le battute su Matteo Renzi? A Radio Due sono vietate. Parola di Francesca Fornario, giornalista satirica che con un post sul suo profilo facebook racconta le regole da seguire nel suo programma Mamma non Mamma, in onda proprio su Radio Rai. “Ricapitolando: niente battute su Matteo Renzi, niente politica, niente satira, niente personaggi, niente imitazioni, niente copioni, niente scenette qualunque cosa siano, niente comicità e che altro… ah, niente battute sul fatto che non si può dire comunista. Quel che resta – il mio imbarazzo e bene che ci vogliamo io e Federica Cifola – va in onda ogni sabato e domenica in diretta su Radio2, dalle 18 alle 19.30″; scrive Fornario sul popolare social network. L’autrice non scrive da chi le sarebbero arrivate le consegne da seguire nel suo programma.


Almeno quando c'era Berlusconi a fare queste porcate c'erano proteste tutti i giorni dai vari intellettualoidi di sinistra... ora tutti zitti! che banda di...

Anonimo ha detto...

Gianni si vede che leggi l'unità e specialmente Rondolino.
Da quando pensa di essere al potere insieme a Matteo Renzi, in realtà scrive sull’Unità (tutta la mia solidarietà alla redazione), Fabrizio Rondolino coltiva con zelo pinochettiano l’arte di manganellare.
Gli piace da matti. Più deboli sono le vittime, poi, più l’arte cresce e si affina.
Prendiamo gli insegnanti. Un tempo erano la constituency del maggior partito di sinistra.
La spina dorsale, lo storico zoccolo duro di un elettorato fedele. Il premier ne ha fatto scappare la gran parte con la sua pseudo-riforma.
Al resto ci pensa Rondolino, con la violenza squadrista dei suoi tweet. Gli insegnanti sono un suo vecchio pallino e così in questi torridi giorni, il cantore renziano ha insultato i precari del Sud: “Se gli insegnanti del Sud che urlano in tv conoscessero l’italiano, capiremmo che vogliono”. Ancora: “I precari assunti senza concorso che non vogliono lasciare il quartiere possono sempre dimettersi, o il governo li obbliga al posto fisso?”.
Già in passato, e proprio sull’Unità, Rondolino aveva parlato di “deportazione”e di “barconi degli insegnanti”.
Quello che mette tristezza, al di là dell’ossessione antiprecari, è la nerboruta assertività del lessico rondoliniano.
La sinistra è libera di riformarsi e autoriformarsi, trovare terze, quarte e quinte vie.
Però scagliarsi così contro un intero ceto sociale significa rinnegare la propria storia.
Anche perché i voti della destra, nonostante tutto, non arrivano.

Anonimo ha detto...

mah...c'è chi abbisogna ancora diapprendere, dal Sud o dal Nord non importa...